Bonus da 8000 euro per cambiare stufa, caldaia o camino: ecco come fare domanda

Il 2025 si è rivelato sin dai primi giorni dell’anno come il periodo ideale per sfruttare al meglio quelli che sembrano i migliori incentivi da analizzare e implementare, consentendo interventi di miglioramento all’interno della propria abitazione, scegliendo soluzioni a basso impatto energetico.

Si nota una tendenza a considerare importante l’aspetto strettamente legato al riscaldamento, sia per il riscaldamento della propria casa sia per quanto riguarda il mondo dell’energia rinnovabile in generale. Pertanto, al fine di promuovere un netto miglioramento in tal senso, si agisce proprio in questa direzione, attivando bonus che potrebbero incentivare il cambiamento.

Si tratta di un incentivo fiscale molto rilevante, ma destinato solo a coloro che sono in linea con i requisiti che devono comunque essere certificati e indicati da una corretta installazione, e che vengono ovviamente rilasciati in base all’indicatore della situazione economica, ovvero l’ISEE che non deve superare una certa soglia per poterne beneficiare pienamente.

Chi beneficia del bonus?

Attualmente, il bonus si riferisce solo ad alcuni comuni specifici, quindi non è disponibile ovunque e soprattutto non viene applicato allo stesso modo. Viene infatti presentata una domanda, con tutta la documentazione allegata, per verificare se è possibile accedere a queste iniziative e poi si cerca di ottenere questo importo sicuramente agevolato.

La particolarità è che, poiché riguarda il miglioramento energetico della casa, se lo richiedi una volta, puoi richiederlo un’altra volta, anche l’anno successivo, tenendo sempre presenti gli stessi requisiti e forme di responsabilità legate al consumo di energia, da fonti propriamente e indissolubilmente solo rinnovabili. Tutto è quindi pensato per favorire un miglioramento della condizione interna della tua casa, ma guardando allo stato generale anche dell’ambiente che ti circonda.

Per accedere al bonus quindi devi avere un ISEE inferiore ai 15.000 euro annui oppure avere un nucleo familiare di appartenenza che ha almeno 4 figli a carico e un indicatore ISEE che non superi in questo caso i 20.000 euro. Inoltre, il richiedente deve essere ovviamente in possesso del nuovo ISEE, quello relativo all’anno 2025 e presentare la domanda entro e non oltre il 30 aprile c.a.

Cosa è possibile sostituire

Questo bonus da 8.000 euro si riferisce ovviamente solo ed esclusivamente alla sostituzione di alcuni impianti, che sono quelli che inducono al riscaldamento alimentato da biomassa. Si tratta quindi di camini aperti, stufe a pellet o a legna e caldaie a legna o pellet. La sostituzione, in tal senso, deve fare riferimento ad alcuni requisiti.

Ovvero si deve trattare di pompe di calore di ultimissima generazione, cioè quelle con generatori a 5 stelle, che garantiscono ovviamente elevati standard in termini di efficienza e con basse emissioni di fumi e gas vari, a differenza dei rischi e dei protocolli non sempre ottimali del vecchio sistema di riscaldamento di ambienti e acqua.

Il punto è quindi quello di prestare attenzione a tutto al fine di ottenerne un beneficio in termini economici, volto al risparmio sulla bolletta dell’energia elettrica, ma anche in base all’acquisto di pellet e legna per alimentare questi strumenti; ma è pensato anche per dare il proprio contributo per ridurre sensibilmente la fuoriuscita di fumi inquinanti.

Come funzionano gli importi

In termini di importo, ci sono diverse tipologie di soluzioni, anche perché tutto dipende da quello che devi cambiare, motivo per il quale se intendi investire su un cambiamento importante che abbia a che vedere in prima battuta con la caldaia, il valore del contributo può arrivare fino a 8.000 euro.

Man mano che cambiano e si riducono i costi di ciò che installi è chiaro che dobbiamo capire anche che l’importo di aiuto economico rilasciato dallo Stato cambia. Se infatti il cambio nella fattispecie avviene in merito alle stufe a pellet, il contributo non supera i 3.000 euro in totale.

Con termocamini, termostufe e termocucine, la questione diventa leggermente più complessa, perché in questo caso si tratta di mezzi che sono collegati all’impianto di riscaldamento e il costo è molto alto, per questo diciamo che il contributo è a metà strada, intorno ai 5.000 euro o comunque lungo quella linea di contributo.

Fondo perduto: il senso di questo bonus

L’intento ormai è chiaro ed è quello di avvicinare con grande partecipazione l’interesse verso un mondo che sia più sostenibile e dia il suo piccolo e costante contributo in merito all’uso di sistemi di riscaldamento, e annessi, ma senza andare a inficiare sulla condizione stessa della quotidianità della persona.

Si tratta comunque di fondi perduti, che lo stato mette a disposizione di tutti quelli che sono in regola con la propria abitazione e vogliono anche essere i promotori di un’inversione di scelte e di indirizzi che guardano verso il futuro in modo più sensato e sorridente, non aspettandosi che il cambiamento venga sempre e solo dall’alto.

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